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Alla ricerca dell’orso bruno nel Santuario di San Romedio

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Itinerario in Trentino sulle orme degli orsi: dal Santuario di San Romedio al Lago di Tovel

Questo itinerario in Trentino segue le tracce degli orsi con un’escursione, fra storia e natura, che conduce alla scoperta del Santuario di San Romedio e del Lago di Tovel.

Il primo luogo simbolo dove si incontrano orsi, leggende e religione è il Santuario di San Romedio. Dedicato alla figura del Santo è situato su un ripido sperone di roccia, nello splendido scenario naturale della Val di Non, nel territorio comunale di Coredo.

Ho deciso di arrivare al Santuario affrontando la passeggiata panoramica che inizia dal parcheggio situato di fronte al Museo Retico di Sanzeno.

Il percorso, attraverso una passerella in legno, si snoda lungo le piantagioni di mele e prosegue nel bosco. La parte più suggestiva inizia quando il camminamento si inoltra nella roccia seguendo l’antico corso di un canale irriguo. Nonostante l’altezza, la passeggiata si svolge in totale sicurezza grazie alla presenza di staccionate in legno che si frappongono tra la roccia e il vuoto.

Il percorso è adatto a tutti compresi i bambini. Durante la passeggiata si ammirano moderni spiderman arrampicarsi nelle palestre di roccia dislocate lungo il percorso.

La lunghezza complessiva è di 2,5 chilometri; la passeggiata termina nei pressi dell’VIII stazione della bella Via Crucis marmorea che da Sanzeno conduce sino al santuario. Da qui si continua ancora per pochi metri su strada asfaltata fino all’inizio della salita all’eremo di San Romedio su un sentiero di ciottoli.

IL SANTUARIO DI SAN ROMEDIO

Il santuario è costituito da cinque chiese costruite nell’arco di circa novecento anni fra il 1000 e il 1918. Gli edifici di culto sono costruiti a ridosso di una parete di roccia e sono uniti tra loro dai 130 gradini di una spettacolare scalinata. Il luogo è visitato annualmente da circa 200.000 pellegrini, ed è custodito da due frati dell’Ordine di San Francesco d’Assisi.

Leggenda vuole che Romedio visse tra il IV e il V secolo. Erede di una ricca famiglia bavarese, signore di un castello nei pressi di Innsbruck e proprietario di saline nella valle dell’Inn. Dopo un pellegrinaggio a Roma, donò tutti i suoi beni alla chiesa, ritirandosi in eremitaggio nella Val di Non in alcune grotte esistenti ancora oggi vicino al santuario.

Lo seguirono due compagni, Abramo e Davide. Un giorno dovendo recarsi a Trento per salutare Vigilio, il vescovo della città, chiese a Davide di sellargli il cavallo. Il discepolo tornò con la notizia che un orso aveva sbranato il cavallo, ma Romedio non si scompose e gli ordinò di sellare l’orso, che docilmente si lasciò mettere la sella, conducendo Romedio fino a Trento. Quest’episodio è ricordato da una statua lignea posta accanto ad un arco trionfale all’ingresso del Santuario.

IL CULTO DI SAN ROMEDIO

Per oltre 500 anni la roccia che ospitava il santuario antico rimase nuda, con una scalinata scoperta e qualche edicola ora scomparsa. In basso si trovavano le stalle, i rifugi per i pellegrini e l’abitazione del custode. La chiesa originaria intitolata a San Romedio sorse attorno al 1000 sulla tomba del Santo, con le pietre portate fin lassù dagli antichi pellegrini.

Il culto di San Romedio fu riconosciuto dalla Chiesa nel 1300. La devozione al Santo si incrementò molto nel XV secolo con l’arrivo di molti pellegrini che portavano ex voto. Nel 1489 iniziò la costruzione della seconda chiesa dedicata a San Giorgio, mentre nel 1514 fu costruita la chiesa di San Michele e nel 1536 la chiesa maggiore di San Romedio.

Per ultima fu eretta nel 1918 la chiesa dell’Addolorata come ringraziamento alla Vergine per la quiete ritrovata dopo la tragedia della Prima guerra mondiale. Della stessa epoca (XVI secolo) è anche il campanile, sempre in stile gotico-clesiano.

Nel 1700 furono ricostruiti ex novo gli edifici al piano terra adibiti all’accoglienza dei pellegrini, alle stalle ed ai fienili. Le chiese vennero abbracciate con la costruzione dell'”appartamento dei Conti” e del ballatoio (1725), della sacrestia e della biblioteca in alto. La seconda parte della scalinata fu coperta e animata con le edicole dei misteri della passione di Cristo.

Sopra la cappella di San Giorgio si innalzarono due stanze di abitazione. Infine fu eretto l’arco d’ingresso al luogo sacro (1770). Nel XX secolo si sono aggiunti, oltre alla cappella dell’Addolorata, il parcheggio con l’edicola di San Romedio (1907) e il recinto per gli orsi (1990).

Ho scoperto che gli esemplari di orso bruno, una volta qui presenti, sono stati trasferiti nel Parco faunistico di Spormaggiore. La festività di San Romedio Martire si celebra il 15 gennaio. Durante l’estate nel Santuario si svolgono una serie di manifestazioni culturali e musicali nell’ambito dell’”Estate Romediana”. Il santuario è aperto tutto l’anno l’ ingresso gratuito.

Orario:

  • Dal 1 ottobre al 1 aprile: 9.00 – 17.00.
  • Dal 2 aprile al 30 settembre: 9.00 – 19.00

IL LAGO DI TOVEL

Ritornando sui miei passi e continuando a seguire i luoghi legati alla storia dell’orso, in mezz’ora di auto, arrivo nel Parco Naturale dell’Adamello Brenta.

La mia destinazione è il lago di Tovel situato nel comune di Tuenno. Qui, dal 1996, è iniziato un progetto di salvaguardia e reintroduzione dei plantigradi con la collaborazione della Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (oggi ISPRA). Il lago di Tovel è chiamato “lago degli orsi” perché sono presenti alcuni orsi bruni nella valle o “lago rosso” per il fenomeno dell’arrossamento delle sue acque, che avveniva fino al 1964 per azione di un’alga.

Narra una leggenda locale che anticamente viveva nella zona la principessa Tresenga, figlia dell’ultimo re di Ragoli. Fu chiesta in moglie da molti pretendenti, ma li rifiutò tutti. Uno di loro, Lavinto re di Tuenno, non si rassegnò e quando le sue offerte furono respinte per l’ennesima volta mandò un esercito contro Ragoli per indurre Tresenga a più miti consigli.

Il caso volle che né lei, né il suo popolo, volessero essere sottomessi dall’arrogante re di Tuenno e, pur inferiori in forza e numero, risposero all’attacco. La principessa stessa non si tirò indietro e marciò alla testa della sua gente.

La battaglia ebbe luogo sulle rive del lago e vide i paesani di Ragoli soccombere sotto i colpi dei soldati di Tuenno. Tresenga alla fine trovò la morte per mano di Lavinto, che la uccise con un colpo di spada. Alla fine della giornata il lago era rosso per il sangue dei morti e si dice che sia per questo che ancora oggi si colora. Per ricordare il coraggio degli abitanti di Ragoli e della loro principessa che tutt’oggi, la notte, si siede sulle rive del lago a piangere per la sorte della sua gente.

COME ARRIVARE AL LAGO DI TOVEL

Per arrivare al lago c’è un servizio di bus navetta che dal parcheggio a pagamento (7 euro) vi conduce vicino alle sue sponde. Il panorama è meraviglioso. Il lago color verde smeraldo è circondato dai monti, le nuvole corrono veloci riflettendosi nell’acqua e c’è un’atmosfera rilassante.

Continuando la mia ricerca sugli orsi trovo una delle Case del Parco Naturale Adamello Brenta, allestita con il museo Tridentino di Scienze Naturali.

Il centro è dedicato all’orso bruno, animale simbolo del parco. Quì si possono trovare fotografie, testi didattici e illustrativi, filmati, ambienti sonori, profumi, ricostruzioni realistiche, animali naturalizzati, attività interattive, libri. L’ingresso è gratuito. Il turno di chiusura va del mese di novembre al mese di aprile.

Per chi desidera ammirare gli orsi nel loro habitat naturale consiglio di visitare l’area faunistica di Spormaggiore dove sono ospitati tre esemplari in semi-libertà. L’area orsi è raggiungibile in pochi minuti dal centro del paese di Spormaggiore o dalla zona del Castel Belfort. Per maggiori informazioni: www.parcofaunistico.tn.it.

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