
Cosa vedere in Cilento in tre giorni: itinerario tra borghi e mare
Cilento in tre giorni: da Cuccaro Vetere a Pisciotta, passando per San Severino di Centola e le escursioni in barca a Palinuro e Scario
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Stretto tra la Campania meridionale e la costa tirrenica, il Cilento è un territorio autentico e sorprendente, dove mare, montagna e tradizioni millenarie convivono in perfetto equilibrio. Patrimonio dell’umanità UNESCO e cuore pulsante del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, quest’area è perfetta per un itinerario di tre giorni che alterna ai borghi medievali dell’entroterra, sapori genuini, paesaggi incontaminati e spettacolari escursioni in barca lungo le coste premiate con le Bandiere Blu 2025.

Un viaggio nel Cilento inizia dall’entroterra, dove il tempo sembra scorrere più lentamente e la natura custodisce ancora i suoi ritmi originari. Il percorso – ideale per chi vuole visitare il Cilento in 3 giorni – parte da Cuccaro Vetere, piccolo borgo montano immerso nella quiete del Parco Nazionale, per poi scendere tra le rovine di San Severino di Centola, villaggio abbandonato che domina il fiume Mingardo da uno sperone di roccia.
Da lì si raggiunge Pisciotta, con i suoi vicoli in pietra e il profumo delle alici, simbolo di una tradizione gastronomica che resiste al tempo. Il viaggio si conclude lungo la costa: Palinuro, con i suoi miti e le sue grotte marine, e il tratto selvaggio tra Scario e la Masseta, dove escursioni in barca portano alla scoperta di baie nascoste, sorgenti d’acqua dolce e antichi sentieri affacciati sul mare. Un itinerario che unisce natura, memoria e paesaggio, per ritrovare il senso del tempo e dello spazio.

Cuccaro Vetere: tra natura, silenzio e autenticità
Circondato dai fitti boschi del Parco Nazionale del Cilento, Cuccaro Vetere è una tappa ideale per chi cerca tranquillità, paesaggi intatti e il fascino dei piccoli borghi montani. Il centro storico si sviluppa in un dedalo di vicoli in pietra, affacciato su panorami che spaziano fino al mare nei giorni più limpidi. Passeggiando tra archi, scalinate e case in pietra, si respira ancora l’atmosfera autentica della vita rurale cilentana che d’estate culmina con il Palio del Ciuccio, una tradizionale corsa di asini che anima la piazza del paese. Dominato dal secolare Convento di San Francesco, fondato nel XIV secolo, Cuccaro Vetere è un borgo ricco di spiritualità. Conserva con orgoglio la reliquia della Croce di Cristo, simbolo sacro e identitario della comunità locale. Tra le sue chiese spicca la parrocchiale di San Pietro Apostolo. Cuccaro rappresenta inoltre una tappa significativa del “Cammino di San Nilo”, inserito nella rete dei “Cammini Bizantini”, un percorso che intreccia fede, storia e cultura attraverso il territorio cilentano. Cuccaro Vetere, infatti, conserva intatto il legame con la sua terra, tra tradizioni gastronomiche e usanze che si tramandano da generazioni. Inserirlo nel proprio itinerario è un ottimo modo per iniziare a scoprire il Cilento in tre giorni, partendo dalle alture prima di scendere verso la costa.
Dove dormire a Cuccaro Vetere: il Convento Francescano Experience Hotel

Per chi desidera un’esperienza immersiva nel cuore di Cuccaro Vetere, il Convento Francescano Experience Hotel è una scelta davvero speciale. Situato all’interno di un antico monastero fondato nel 1320, l’hotel consente di esplorare comodamente a piedi il borgo e i suoi dintorni, offrendo un’accoglienza autentica e momenti di vero slow living. È il punto di partenza ideale per scoprire i sentieri del Parco Nazionale e seguire il Cammino di San Nilo. L’atmosfera unisce la tranquillità e la storia del luogo con arredi moderni, che conferiscono all’ambiente un’eleganza raffinata e un fascino unico. Soggiornare qui significa non solo riposarsi, ma anche immergersi completamente nel territorio e nella cultura del Cilento.
San Severino di Centola
Contemplare l’abbandono. San Severino di Centola vecchia invita a farlo, senza fretta. A camminare tra pietre che hanno visto secoli, tra rovine che parlano ancora una lingua antica. Qui, sul colle che domina la valle del Mingardo, il tempo si è fermato all’inizio del Novecento. Il borgo medievale, fondato tra il X e l’XI secolo e legato al nome della potente famiglia dei Sanseverino, si adagia nella quiete come un racconto sospeso.

Le case diroccate, le cappelle e i vicoli deserti sono ciò che resta di una comunità che, a partire dal XIX secolo, iniziò a spostarsi più a valle, verso la comodità della ferrovia. Eppure, qualcosa è rimasto. L’abbandono qui non è fine, ma trasformazione. È natura che riconquista spazio, è fiore che spunta dall’asfalto, è bellezza nuova che nasce tra le crepe. San Severino insegna a non temere il vuoto: anche nel silenzio più assoluto, la vita trova il modo di rifiorire. Oggi il borgo ospita il Museo dell’Emigrante Cilentano, tributo a chi partì in cerca di fortuna, portando con sé radici e memoria. È un luogo che conserva, resiste, rinasce. San Severino non si visita: si contempla. E ci insegna che anche l’abbandono, nel suo silenzio, può diventare terreno fertile per nuova bellezza.

Pisciotta, scrigno medievale tra ulivi e mare
Pisciotta è un piccolo gioiello incastonato tra le colline del Cilento e il mare. Il borgo si sviluppa come una spirale di pietra, salendo tra viuzze strette e scalinate, fino a svelare scorci improvvisi sulla campagna e sulla costa. Passeggiando tra le sue strade, ci si ritrova immersi in un’atmosfera sospesa, fatta di silenzi, archi antichi e facciate segnate dal tempo. Il centro storico, con i suoi edifici nobiliari e le chiese raccolte, racconta un passato ricco di storia e fede, ancora vivo nel ritmo lento della vita quotidiana.
Tutto intorno, gli ulivi secolari disegnano il paesaggio con la loro presenza monumentale: da questi nasce l’oliva pisciottana, varietà autoctona da cui si ricava un olio denso e profumato, emblema di un’agricoltura radicata nella terra. Simbolo del legame con il mare, invece, è la tradizionale pesca alle alici di Menaica che utilizza una tecnica antica per restituire un prodotto dal sapore intenso. Un’eredità culturale che si ritrova anche a tavola, in ristoranti come la Cantina Lamadè, dove la cucina racconta il territorio con ingredienti semplici e stagionali, scelti con cura tra i produttori locali.

Dove il mare incontra il mito: escursione alla Grotta Azzurra di Palinuro
C’è un luogo, nel cuore del Cilento, dove leggenda e natura si intrecciano senza confini. È Palinuro, il promontorio del nocchiero di Enea, che secondo il mito si gettò in mare inseguendo l’immagine di Kamaratòn, la ninfa amata. Da allora, il suo nome è rimasto impresso in questa terra di scogliere e vento, dove ogni onda sembra portare con sé un frammento di storia.
Salpando dal porto per un’escursione in barca sui tipici gozzi di All Blue Palinuro oppure sui moderni motoscafi di Cilento Ruben Boats, bastano pochi minuti per trovarsi davanti a uno degli spettacoli più surreali della costa cilentana: la Grotta Azzurra, la più estesa tra le cavità marine di Capo Palinuro. L’ingresso è un varco verso un mondo irreale. Lì dentro, il mare si trasforma in luce: un azzurro quasi liquido, intenso, che sembra salire dal fondale e accendere la grotta dall’interno. In realtà, l’effetto è generato da un sifone subacqueo che cattura la luce del sole e la diffonde come un incantesimo. Tra stalattiti e stalagmiti calcaree, sorgenti sulfuree e pareti che raccontano millenni, si nasconde anche una curiosa formazione rocciosa: una testa di delfino che emerge dall’acqua, come se il mito prendesse forma.

Navigando lungo il Capo si incontra l’Architiello, un arco naturale di pietra scavato dal vento, che incornicia la costa come una finestra sul mare. Poi lo sguardo si posa su lo Scoglio del Coniglio, un’isola in miniatura ricoperta da vegetazione, che somiglia davvero a un coniglio sdraiato.
Qui il tempo sembra fermarsi davvero. Il mare diventa specchio, carezza, respiro. Ed è facile capire perché chi arriva a Palinuro finisce sempre per tornare: perché c’è qualcosa in queste acque che somiglia alla pace.
Scario, Costa della Masseta e Costa degli Infreschi
Ultima tappa dell’itinerario è Scario, piccolo gioiello marinaro affacciato sul Golfo di Policastro, punto di partenza ideale per esplorare uno dei tratti più suggestivi e incontaminati del Cilento: la Costa della Masseta e la Costa degli Infreschi, oggi parte dell’Area Marina Protetta.

Qui il paesaggio si fa maestoso e selvaggio. Le alte pareti rocciose si tuffano a picco nel mare, intervallate da piccole cale segrete raggiungibili solo via mare o attraverso antichi sentieri. In barca, si naviga lungo un tratto di costa ancora intatto, dove le sorgenti di acqua dolce che sgorgano tra le rocce si mescolano all’acqua salata, creando effetti visivi e termici sorprendenti.
Un modo originale per vivere questa esperienza è a bordo de “La Follia”, l’imbarcazione bianca e rosa dei tour organizzati da Ale Boats Experience, che salpa dal porto di Scario. Ogni uscita – della durata di circa tre ore e mezza – è pensata come un vero e proprio viaggio narrativo, tra immersioni nei silenzi della natura e racconti che custodiscono la memoria dei luoghi.

Durante la navigazione, tra un tuffo e un aperitivo, è possibile ammirare la costa anche dall’alto grazie alle suggestive riprese con il drone realizzate da capitan Alessandro, che svelano prospettive mozzafiato di calette, grotte marine e scorci remoti. Le storie di pescatori, santi e viandanti si intrecciano così al paesaggio, in un’esperienza che va oltre la bellezza naturale per diventare connessione autentica con l’anima del Cilento.

Viaggio e racconto il tuo territorio scrivendo di turismo, marketing territoriale e storytelling nel mio blog TripOrTrek