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Arquà Petrarca: la perla dei Colli Euganei

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Arquà Petrarca: itinerario nel borgo dei Colli Euganei e nella dimora del poeta Francesco Petrarca

Borgo medievale che conserva intatto il suo fascino antico, Arquà Petrarca, paese in provincia di Padova immerso fra i colli Euganei, è famoso per essere stato la dimora di Francesco Petrarca, sommo poeta della lingua italiana che quì desiderò trascorrere gli ultimi anni della sua vita. 

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Arquà Petrarca: l’origine del nome

Il borgo si è sviluppato alle falde di due colli ed è abbracciato da altri monti che dolcemente scendono verso la pianura formando un arco, da cui il nome latino Arquatum, poi diventato Arquade e infine Arquà.ArquaPetrarca6

Nel 1868 fu aggiunto il nome di Petrarca. Il richiamo alla memoria del poeta favorì nei secoli la costruzione di case e ville di molte famiglie venete che oggi costituiscono un patrimonio artistico ed architettonico di valore tanto che la città di Arquà Petrarca è stata ammessa al ristretto club dei Borghi più Belli d’Italia ed ha anche ricevuto la Bandiera Arancione del Touring Club.

Passeggiare fra i vicoli di Arquà Petrarca è un viaggio nel viaggio: infatti il passato rappresentato da edifici storici come l’oratorio di SS.Trinità e la Loggia dei Vicari, il luogo dove nel medioevo i capifamiglia discutevano dei problemi del paese, sono affiancati da case sulle quali spiccano bellissimi, colaratissimi e modernissimi murales.
Seguendo i disegni della street art avrete modo di scoprire la Fontana del Petrarca e la Chiesa di Santa Maria Assunta davanti la quale si erge la tomba del poeta

LA TOMBA E IL MISTERO DEI RESTI

ArquaPetrarca9Francesco Petrarca morì, colpito da sincope, nella notte fra il 18 e il 19 luglio 1374 alla vigilia del suo settantesimo compleanno. Per volontà testamentaria le sue spoglie furono sepolte prima nella chiesa del paese e poi collocate nel 1380 nel sarcofago di marmo visibile tutt’oggi. Nel 1630, però, la tomba venne depredata e furono portate via alcune ossa del braccio destro del poeta che non furono mai recuperate.

C’è un altro mistero da risolvere. Nel 2004, infatti, venne fatto analizzare il teschio contenuto nel sarcofago e si scoprì che questo non apparteneva al poeta, bensì a una donna del 1207. Di chi fosse quella testa e perché si trovasse nella tomba del Petrarca restano misteri. Il resto dello scheletro, invece, appartiene davvero al Petrarca perché presenta delle costole fratturate. Il poeta infatti fu ferito da una cavalla con un calcio al costato.

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La casa di Francesco Petrarca 

La vera attrazione del paese però è la Casa del Petrarca. La struttura originaria della casa era del Duecento e fu lo stesso Francesco Petrarca, a partire dal 1369 quando gli fu donata dal Signore di Padova Francesco il Vecchio da Carrara, a presiedere i lavori di restauro.

Il Poeta creò un unico alloggio con due unità abitative riservando come abitazione per sé e la propria famiglia il piano sopraelevato dell’edificio. La servitù, invece, alloggiava nell’edificio di destra.

Nel cinquecento ne divenne proprietario il nobile padovano Pietro Paolo Valdezocco che fece dipingere le pareti con tempere rappresentati scene ispirate al Canzoniere, ai Trionfi e all’Africa. Tutte opere del Poeta.

L’ultimo proprietario, il cardinale Pietro Silvestri, la donò nel 1875 al Comune di Padova. Attualmente sono ancora conservati, lo studiolo in cui morì il poeta, con sedia e libreria originali. La visita alla casa si può concludere con una curiosità: cercare e trovare la nicchia in cui è custodita la mummia della gatta che si dice fosse appartenuta al Poeta. Orari: da marzo a ottobre 9-12.30/ 15-19, da novembre a febbraio 9-12 / 14.30-17.30. Biglietti: intero 4 euro, ridotto 2 euro.

Le Giuggiole di Arquà Petrarca

Come ogni Comune italiano anche Arquà Petrarca ha le sue peculiarità enogastronomiche. Oltre ai vini D.o.c. dei colli Euganei si possono degustare l’olio d’oliva Veneto Dop, ma soprattutto le giuggiole. Frutto di colore scarlatto, dalla forma di oliva con polpa giallastra, ottimo per confetture, sciroppi.

Inoltre sono molto apprezzate conservate sotto spirito e usate per il “brodo” ovvero un liquore, a bassa gradazione alcolica di colore rosso che ha un gusto pieno e dolce. Ottime anche come dopo cena e digestivo. 

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Commenti:

  • 26 Aprile 2017

    un bellissimo borgo immerso nel verde dei colli. Devo tornare a visitarlo.

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    • 27 Aprile 2017

      Hai proprio ragione è un luogo incantevole 😊

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  • 27 Aprile 2017

    Ci sono stata diverse volte e ho sempre voglia di tornarci. Grazie per le foto e il racconto

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    • 27 Aprile 2017

      Grazie a te per la visita al blog 😊

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  • 28 Aprile 2017

    Ricordo di esserci stato che ero poco più di un bambino, anzi, ero proprio un bambino. E ricordo pure che a scuola, erano le elementari, feci un figurone con la maestra perchè, essendoci stato da poco tempo, seppi dirgli, a 10 anni, dove era morto Petrarca. Spero di ritornarci, perchè non me la ricordo.

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