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Meet the blogger: Marco Costarelli

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Un po’ scrittore e un po’ artista. Marco racconta nel suo blog l’entroterra marchigiano attraverso una quotidianità fatta di luoghi ma soprattutto persone.

Marco è un po’ scrittore e un po’ artista. Nel suo blog (marcocostarelli.com) ai racconti di una quotidianità fatta di luoghi ma soprattutto persone, alterna storie di viaggi alla scoperta di posti vicini e lontani. Attraverso parole e immagini  il fil rouge del suo blog, sono le caratteristiche identitarie dei luoghi che visita e tutto quello che gli provoca un’emozione reale, visiva e vitale. Cerca autenticità e spera che un giorno il mondo ricominci a fare le cose smettendo di correre senza motivo. Ultimamente ha parlato spesso dei luoghi in cui vive, l’entroterra marchigiano che porta ancora le ferite del terremoto. La sua speranza è che si ricostruisca con particolare attenzione alle cose semplici e all’economia reale, adoperando forte tutela sugli aspetti di unicità di quei posti che stanno rischiando di scomparire per sempre. 

Quando è perché hai deciso di aprire il blog?

Nel 2008 avevo finito di fare il sito dell’hotel dove lavoravo e mi sono detto perché non capire come funziona wordpress. C’era fermento, Grillo non aveva ancora fondato un partito ed internet era una cosa più libera di oggi. Ho aperto il blog per una questione di coerenza pubblica e soprattutto di coerenza con me stesso. Il senso era, chissà se tra qualche anno penso ancora quello che dico oggi. Lo sai che se cerchi su un motore di ricerca “smettiamo di correre senza motivo” sono il primo risultato? Però non la cerca nessuno questa frase…altrimenti sarei famosissimo. In realtà credo molto in questo concetto perché secondo me è quello di cui si ha veramente bisogno oggi: fare cose che diano senso alla propria vita sembra sia la cosa più difficile. Siamo immersi in una società dove abbondano i mezzi ma sono estremamente scarsi gli scopi. Forse se ogni tanto smettessimo di correre senza motivo, vivremmo meglio.

Marco cosa rappresentano per te le Marche?

Il posto dove vivo e dove sono nato: casa mia. Vivo in un comune del cratere, Matelica in provincia di Macerata, una cittadina che nonostante il terremoto ha mantenuto il suo fascino architettonico in tutto il centro storico. Quindi ne approfitto per invitare te e tutti i tuoi lettori a visitarla.

Matelica
Panorama di Matelica. (Photo: Enea Francia)

Com’era la regione prima del terremoto e come è cambiata?

Il problema di questi luoghi dell’entroterra maceratese nasce in realtà da molto prima del terremoto, infatti non si è mai attivata una politica reale in grado di apportare effetti positivi in termini di tutela delle peculiarità identitarie di questi luoghi. Tradizioni artigianali, ma anche e soprattutto agricole che con il miraggio industriale già stavano assottigliandosi. Oggi con la crisi post sisma 2016 stanno continuando a sparire. Il danno è ovviamente enorme per tutta l’economia sociale perché è valore e sapienza che vola via quando ce ne sarebbe estremo bisogno. In tutto questo le istituzioni invece di mettersi a ricostruire la società che già da prima si stava frantumando con la chiusura di economie e la perdita di biodiversità, inconsapevolmente accelerano questi fenomeni con i soliti proclami. Gli unici che fanno qualcosa sono alcuni piccoli agricoltori o artigiani più per “testardaggine identitaria” che per profitto. Per il resto posso dirti però che vivo immerso in un paesaggio fantastico che non è mai uguale a se stesso. Hai fatto caso che le Marche è l’unica regione d’Italia al plurale?

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Riserva naturale del monte Canfaito. (Photo: Marco Costarelli)

Nei tuoi viaggi racconti le storie di chi dopo il terremoto ha rimesso in piedi la sua vita, c’è n’è una che ti ha particolarmente colpito?

Non racconto solo questo tipo di storie ma ammetto che in effetti molta gente mi ha positivamente impressionato. Per lo più appunto artigiani e agricoltori. A dire il vero ci sono stati anche altri blogger che hanno innescato una spirale positiva per far rimanere accesa la fiammella della speranza. Non c’è una storia in particolare che posso dirti ma c’è un “fil rouge” che le collega tutte e che evidenzia come sia stato ed è ancora più difficile la fase della ripresa rispetto al momento del disastro.

Sembra paradossale ma la cosa che rende difficile presidiare queste zone è proprio quella di imbattersi contro una serie interminabile di passaggi burocratici che il più delle volte risultano inutili. Norme che fanno diventare la ricostruzione dei borghi storici una cosa impossibile, tanto che risulta conveniente costruire in altre zone, ma poi la specificità come la mantieni, musealizzare tutto sarebbe aggiungere un’altra catastrofe alla catastrofe secondo me.

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Il centro di Matelica. (Photo: Enea Francia)

Cosa consiglieresti ai turisti che vengono nella tua Regione?

Di non venire da turisti ma come curiosi viaggiatori, fare un giro nei Sibillini anche per rendersi conto da che spettacolare natura si viene ad essere circondati. Di certo anche i paesi terremotati fuori la zona rossa ovviamente. Poi Matelica dove vivo ed alcune frazioni che stanno sotto la montagna del San Vicino, la faggeta di Canfaito che in questo periodo vive di colori straordinari per il foliage d’autunno. Poi le grotte di Frasassi a pochi km da casa, o dall’altro versante Macerata, il colle dell’infinito e Recanati, Loreto con la santa casa, Sirolo affacciata sul mare del Conero. Ci sono tante bellissime realtà che andrebbero vissute nelle Marche.

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Riserva naturale del monte Canfaito (Photo: Marco Costarelli)

Prossimo viaggio in programma?

All’estero mi piacerebbe visitare l’Irlanda, vorrei tornare in Camerun (per fare un affresco a Sangmelima) poi anche gli states dell’ovest e l’Australia dove ho una zia dalla parte di mio padre che sono 5 anni che mi chiede di andare. Per l’Italia non dico nulla ma sto focalizzando alcuni posti che secondo me faranno parlare molto di sé nei prossimi mesi…

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