Laboratori didattici e attività tra trulli e masserie per scoprire Locorotondo, Cisternino, Martina Franca e Fasano.
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Nel cuore della Puglia, tra gli ondulati paesaggi della “Murgia dei trulli” tra il mar Adriatico e lo Ionio, si estende la Valle D’Itria. In questa zona di colline e pianure coltivate ad ulivi e vigneti, sorgono alcuni dei borghi più belli d’Italia: Locorotondo, Cisternino, Martina Franca e Fasano.
Paesi da vivere tutto l’anno dove fare esperienze uniche come dormire in un trullo o scoprire i reperti archeologici dell’antica città di Egnatia. Luoghi ricchi di eccellenze enogastronomiche in cui si può partecipare anche a laboratori esperienziali dedicati a pasta, olio e vino grazie alle proposte di Valle D’Itria For Families e InPugliaTour in collaborazione con il GA.L. Valle D’Itria.
LOCOROTONDO
Arroccato su una collina che domina la Valle D’Itria il paese, sorto all’incirca nell’anno mille, ebbe diversi nomi fino al 1834 quando fu chiamato Locorotondo. Il toponimo, infatti, richiama la caratteristica forma del centro storico. Un insieme di piccole case bianche disposte su anelli concentrici che si possono scoprire con una piacevole passeggiata.
Cosa vedere nel centro storico di Locorotondo
Il cuore di Locorotondo è dominato dalla tipica architettura popolare tinteggiata con il latte di calce che crea intensi giochi di luce. Per entrarvi bisogna varcare una delle entrate storiche del borgo: Porta Napoli o Porta Nuova.
Tutto il centro storico esercita un fascino unico grazie alle casupole candide, le viuzze lastricate, gli eleganti portali e i balconi fioriti. Insieme ai trulli, tipiche dell’abitato di Locorotondo sono le “cummerse”, le case dai tetti spioventi così aguzzi che ricordano quelli delle abitazioni del Nord Europa.
Percorrendo le vie del centro si incontrano tante chiese. La più importante è quella ottocentesca, costruita in stile neoclassico, dedicata al Santo Patrono, San Giorgio. Inoltre merita una visita anche la chiesa di Santa Maria della Greca in cui è conservato un polittico rinascimentale intitolato alla Madonna delle Rose e il gruppo scultoreo di San Giorgio a cavallo.
Curiosità. La chiesa di San Rocco ricorda il culto del santo che si diffuse nella Murgia dei trulli dal XVII secolo per proteggere gli abitanti da un’epidemia di peste. A Locorotondo San Rocco si festeggia il 16 agosto con un imponente spettacolo pirotecnico. Una vera e propria gara di fuochisti che ogni anno attira visitatori da tutto il mondo. In inverno, invece, il paese si veste a festa con luminarie natalizie e decorazioni che donano al centro storico un’atmosfera fiabesca.
COSA FARE A LOCOROTONDO
Degustare vini ammirando il panorama
La strada del vino che attraversa la Valle d’Itria tocca anche Locorotondo, patria di un vino bianco Dop che si può degustare nell’azienda agricola Bufano- Sirose. Il loro fiore all’occhiello è il vigneto piantato sugli storici terrazzamenti che abbracciano Locorotondo. Qui le vigne crescono insieme alle rose, utilizzate per difendere le viti contro gli attacchi parassitari per avere un prodotto più genuino e privo di eccessivi trattamenti in campo.
“La stessa rosa, grazie al suo bouquet aromatico– spiega il proprietario- conferisce all’uva in fase di maturazione quei profumi e sentori che si sviluppano successivamente nel vino e spumanti che produciamo da uve di Primitivo e Minutolo”. Da provare i loro aperitivi rurali sui terrazzamenti di Locorotondo.
Dormire in un trullo della Masseria Aprile
A circa 1 km da Locorotondo, immersa nella quiete della campagna, la masseria Aprile accoglie i visitatori con i suoi alloggi, ricavati anche in trulli, decorati con oggetti che appartengono da generazioni alla famiglia dei proprietari.
“La mia famiglia possiede la masseria dal 1700 – racconta Anna Maria Aprile– Nel 1992 insieme a mio marito Antonio e ai nostri figli Valerio e Stefania, l’abbiamo ristrutturata e trasformata in agriturismo, mantenendo la cappella privata in cui mi sono sposata. La struttura è inserita in un’azienda agraria di 25 ettari circondata da boschi secolari. A piedi è possibile scoprire l’uliveto, il vigneto e salutare i nostri animali”.
L’agriturismo propone come servizi la colazione a buffet, degustazioni di prodotti tipici di loro produzione, una vasca idromassaggio e delle biciclette per esplorare il territorio.
CISTERNINO
Cisternino è un paese dove le parole diventano arte e abbelliscono viuzze, muri e porte con messaggi di speranza e gioia. Queste frasi si trovano scritte su altalene, murales, disegni e scandiscono le tappe di una passeggiata che parte dalla torre di Porta Grande o torre normanno-sveva sulla cui sommità svetta la statua di San Nicola. Di fianco alla Torre, la chiesa dedicata a San Nicola di Patara, costruita nel XIV secolo sui resti di una chiesa paleocristiana, indica l’ingresso al borgo inserito tra i più belli d’Italia.
Il centro storico di Cisternino è un insieme di architetture senza tempo che convivono, con i loro diversi stili, le une vicine alle altre. Passeggiare tra i vicoli significa respirare l’atmosfera di una volta, ammirando i rioni che compongono il nucleo antico del borgo. Si chiamano “l’isule”, “le scheledde”, ossia i cordoli che servivano a misurare l’andatura dei carri sulle vie, “u’ pantèn” da pantano ovvero la zona paludosa, “u bùrie” ovvero borgo, il quartiere più antico ed esteso che si sviluppò fuori dal tracciato della cinta muraria nel XVI secolo.
Inoltre nel centro storico di Cisternino è possibile ammirare alcune dimore storiche: dal palazzo del Governatore, esempio del barocco in Puglia, al cinquecentesco palazzo vescovile, da Palazzo Amati a Palazzo Lagravinese, fino a Palazzo Ricci-Capece con la Torre del Vento.
Curiosità. Il lunedì di Pasqua, la popolazione si reca al Santuario della Madonna d’Ibernia, sito archeologico con reperti romani e medioevali, portando con sé “u chrruchl”, un dolce dal valore propiziatorio a forma di borsetta con due uova sode per gli uomini e a forma di bambola con un uovo nel grembo per le donne.
COSA FARE A CISTERNINO
Laboratorio per scoprire come si fanno le mozzarelle
Da queste parti la “via lattea” è fatta di burrate, stracciatelle e mozzarelle. Per scoprire l’arte casearia e degustare i saporiti latticini della zona, consiglio di visitare il laboratorio della Cooperativa Allevatori Valle d’Itria CAVI di Cisternino. Dal 1980 qui si producono circa trenta tipi di formaggi a pasta molle, semi dura, dura e filata.
I formaggi e la lavorazione
Mozzarelle, ricotte, scamorze, pecorino. Queste sono alcune delle produzioni create da casari come Orazio, che ha scelto di fare questo lavoro all’età di sedici anni. “Faccio il casaro da dieci anni- racconta mentre con grande abilità crea una treccia di mozzarella- Mi soddisfa dare forma, con le mie mani, a un prodotto di qualità. Sono felice quando il formaggio viene apprezzato dai clienti”. Il legame con la tradizione e il territorio, insieme alle materie prime e alla cura dei processi di lavorazione, caratterizzano i prodotti della Cooperativa C.A.V.I di Cisternino che oltre, ai laboratori didattici, ha una sala ristorante per degustazioni e cene.
Scoprire un frantoio in Valle D’Itria e degustare l’olio d’oliva pugliese
L’olio extravergine di oliva è l’oro della Puglia e per conoscerne metodi di lavorazione e spremitura, consiglio la visita de “Il Frantolio di D’Amico Pietro” a Cisternino. Dal 1917, infatti, la famiglia D’Amico porta in tavola un olio chiamato Trisole. Nel loro frantoio è possibile assistere alla lavorazione dell’olio che si ricava da diverse varietà di piante del territorio: Ogliarola, Nardò, Cerasola, Fasola, Corna Leucocarpa e da due varietà di olivastri selvatici della macchia mediterranea per buona parte secolari.
Il loro olio è prodotto da olive di piante secolari, raccolte con brucatura a mano da metà ottobre a metà dicembre, selezionate e lavorate a freddo. Le visite guidate sono condotte proprio dal proprietario Pietro D’Amico il quale, con grande chiarezza e competenza, vi svelerà i segreti per imparare a degustare e riconoscere un ottimo olio d’oliva.
Mangiare i panzerotti e altre prelibatezze del territorio della Valle D’Itria
La Puglia, terra ricca di antiche tradizioni mediterranee, ha saputo conservare anche la sua gastronomia che a Cisternino si può degustare nella Masseria Calongo. Questa azienda agricola propone prodotti sott’olio, mostarde, paté e creme, ma anche serate a base di panzerotti nella sua trattoria. Gli ospiti vi possono anche pernottare. Ci sono quattro appartamenti con formula Bed&Breakfast.
Per chi invece cerca un ristorante nel centro storico di Cisternino, da provare la Trattoria Bere Vecchie che propone carni allo spiedo e ricette della cucina tipica pugliese.
MARTINA FRANCA
Martina Franca è una città elegante, la perla barocca della Murgia dei Trulli. Deve il suo nome in parte alla devozione per San Martino, che salvò i suoi abitanti dalle invasioni nemiche, e in parte ai tempi in cui Filippo d’Angiò offriva ai propri abitanti franchigie sul pagamento delle tasse.
Nel Settecento la città visse un rinnovamento architettonico in seguito al terremoto che la colpì nel 1743. Di conseguenza si demolirono e ricostruirono case ed edifici sacri come la Basilica di San Martino che custodisce le sculture di Stefano da Putignano e Giuseppe Sammartino. Le architetture civili e i palazzi nobiliari vennero decorati in stile barocco e rococò da abili artigiani. Tra i più belli da visitare c’è il Palazzo Ducale dei duchi Caracciolo, la potente famiglia napoletana che governò la città per tre secoli fino al 1806, anno che segnò la fine del sistema feudale.
L’edificio, austero all’esterno, all’interno è finemente decorato con dipinti a tempera del XVIII secolo opera del pittore Domenico Carella che riprodusse, in stile rococò, scene bibliche, di vita di corte e mitologia classica. Le stradine tortuose del centro storico si aprono anche alla bellezza di Palazzo Martucci, Palazzo dell’Università, Palazzo Motolese, Palazzo Maggi e Palazzo Ancona. Per scoprire l’anima semplice e rurale di Martina Franca, invece, bisogna intraprendere i percorsi che portano in campagna dove sorgono i trulli e le coltivazioni sono incorniciate dai muretti a secco.
COSA FARE A MARTINA FRANCA
Laboratorio per mettere le “Mani in pasta” in Valle D’Itria
Tra le contrade di Martina Franca, nell’agriturismo Masseria Catucci, è possibile preparare orecchiette, pane, frise, taralli, biscotti con forno a legna e degustazione finale. Qui i fratelli Antonio e Leonardo custodiscono l’eredità di famiglia riproponendola nella cucina tradizionale e nei prodotti di qualità dell’azienda, in particolare quelli da forno.
La struttura offre al visitatore l’opportunità di conoscere ritmi e gesti della vita contadina. Quelli che un tempo erano palmenti e pagliai, oggi sono spazi di accoglienza dove trascorrere le vacanze. Oltre al ristorante, infatti, si può pernottare nelle quattro stanze della masseria che richiamano la storia del luogo: “asinello”, “ovile”, “fienile” e” granaio”.
Dove mangiare il Capocollo in Valle D’Itria
A Martina Franca se la fame vi coglie all’improvviso, non affannatevi a trovare un tavolo: potete cenare anche in macelleria. La carne fresca, come quella avvolta intorno alle “bombette”, viene cotta davanti ai vostri occhi nei cosiddetti “fornelli”.
Uno di questi è la braceria “Rosso di Sera” dell’azienda Cervellera, specializzata nella produzione di salumi. La famiglia Cervellera, infatti, propone non solo visite guidate per scoprire il processo di lavorazione del capocollo, ma anche cene dove i clienti possono assaggiarlo insieme a carne alla brace, salumi e formaggi della casa.
FASANO
Circondata da masserie e uliveti secolari, dolmen e resti archeologici, Fasano srotola le viuzze del suo borgo antico tra archi, pareti bianche e piccole piazze. Nelle sue vicinanze da non perdere sono gli scavi archeologici di Egnazia, prezioso sito ricco di straordinari reperti di epoca messapica e romana. Il Parco Archeologico, infatti, si trova a pochi chilometri dal mare in corrispondenza dell’antico asse di collegamento tra Bari e Brindisi.
COSA FARE A FASANO
Fare un bagno ammirando un’antica città sommersa
Attiguo al sito archeologico, c’è l’ArcheoLido. Lo stabilimento balneare, premiato per l’impegno nella tutela e la valorizzazione dell’ambiente, sorge in un’insenatura naturale tra il muraglione e l’acropoli dell’antica città di Egnathia. In quest’area si possono fare snorkeling e immersioni per ammirare i reperti sommersi di quello che un tempo era l’antico porto di Egnazia. Lo stabilimento ha circa 180 posti ed è aperto dal mese di maggio.
Soggiornare nella Masseria Corte Degli Asini nel Parco degli Ulivi Secolari
Nell’entroterra di Fasano meritano una visita anche le masserie. Infatti molte di queste sono state trasformate in agriturismi e resort come la Masseria Corte degli Asini nel Parco degli Ulivi Secolari. La struttura si estende per circa settecento metri quadri ed è circondata da un uliveto di quaranta ettari. È dotata di camere restaurate nel rispetto delle forme storiche ottocentesche, di ampi spazi verdi, un agrumeto, una corte interna e una piscina panoramica.
Un luogo ideale per partire alla scoperta delle meraviglie della Valle D’Itria. Un territorio unico in grado di offrire, in ogni stagione, attività culturali adatte a tutti i visitatori che scelgono di soggiornare nel cuore della Puglia.
Sara Panizzon – travel content writer di TripOrTrek
Viaggio e racconto il tuo territorio scrivendo di turismo, marketing territoriale e storytelling nel mio blog TripOrTrek