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Carovigno: itinerario enogastronomico tra terra e mare

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Nell’area settentrionale del Salento, a 30 km da Brindisi e ad appena 7 km dalle spiagge dell’Adriatico, Carovigno accoglie i visitatori con il suo borgo dalle case imbiancate e il suo possente castello arroccato su un promontorio dal quale si ammira tutta la costa.

COSA VEDERE A CAROVIGNO

IL CASTELLO

La fortezza, nata in epoca normanna, ebbe sempre uno scopo difensivo sino al 1906 quando l’ingegnere Gaetano Marschiczek creò nuovi spazi, pavimenti in stile veneziano, decorazioni e sculture per rendere l’edificio la splendida casa del Conte Alfredo Dentice di Frasso ed Elisabetta Schlippenbach. Lui era ammiraglio della Marina, lei una nobildonna colta e visionaria. Si innamorarono in tarda età, di un amore sincero e profondo, che li portò al matrimonio nel 1905 e a Carovigno trovarono la loro felicità. Lui amante del mare si fece costruire uno studio dal quale ammirare la costa, lei promosse attività come la creazione di un orto botanico e di una scuola di tessitura. Il loro amore fece fiorire anche la comunità locale e mi piace pensare che l’unione delle loro anime, una amante del mare e l’altra della terra, rappresenti lo spirito stesso del borgo dove questi due elementi naturali convivono in armonia.

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Il Castello di Carovigno. Photo: Sara Panizzon

Le curiosità da scoprire: Il castello di Carovigno si distingue per la peculiare conformazione a triangolo, assunta nel corso del XVI secolo, e la presenza di fortificazioni: la torre quadrata, la torre tonda e infine la torre lanceolata, anche detta “a mandorla”. Quest’ultimo torrione fu probabilmente progettato su influenza del famoso architetto militare Francesco di Giorgio Martini, la cui presenza è attestata in Puglia proprio sul finire del XV secolo, per sopraintendere alla costruzione di alcune piazzeforti.

Da non perdere anche la visita alle segrete del castello. Una rete di corridoi sotterranei che si sviluppano per una lunghezza di circa 17,90 metri. Quelle che durante l’epoca normanna erano celle per i prigionieri a partire dal XVIII secolo sono state trasformate in vasche rivestite in pietra per il deposito di olio e della neve per ottenere il ghiaccio necessario per la conservazione del cibo.

LA PIANA DEGLI ULIVI SECOLARI

La Puglia è una terra generosa, valorizzata con orgoglio dai suoi abitanti e poco lontano dall’abitato di Carovigno esiste un luogo senza tempo dove è possibile ammirare alcune antiche creature. Si tratta della Piana degli Ulivi Secolari, enorme distesa pianeggiante su cui si ergono magnifici alberi la cui età si deduce dalla dimensione del tronco.

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La Piana degli Ulivi secolari. Photo: Sara Panizzon

La prima sensazione che si prova arrivando qui con le escursioni in ape-car organizzate da Dabby.it è una grande pace. Ci si ritrova al cospetto di veri e propri monumenti della natura, testimoni della storia sin dall’epoca dei Messapi e giunti a noi come Patrimonio dell’umanità. Questi ulivi sono parte integrante del paesaggio e della cultura locale e per questo ci si deve avvicinare con rispetto. Al tatto la corteccia è ruvida, mentre le forme dei loro tronchi hanno assunto contorni indefiniti, proprio come la loro età. Il tempo e il vento hanno segnato la vita di queste creature monumentali che ci trasmettono un messaggio molto importante: preservare il valore della biodiversità.

Un messaggio trasmesso con grande passione anche da Marina Roma, oleologa sommelier e titolare di Tu In Puglia. L’olio come il vino, infatti, è un universo di saperi e sapori che vanno appresi con l’esperienza, ma soprattutto con il giusto metodo di degustazione che abbiamo sperimentato visitando l’azienda agricola Macchiagrande dove Francesco, insieme a sua sorella Chiara, ci hanno raccontato il lavoro che la loro famiglia svolge, sia nel frantoio che nel mulino, dagli inizi del Novecento. L’Azienda agricola Macchiagrande, infatti, è convertita al Biologico e i suoi impianti di produzione sono accreditati biologico dall’ente certificatore “ICEA”. Una scelta lungimirante che dimostra grande attenzione verso la salute dei consumatori e l’ambiente.

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Francesco, titolare del frantoio Macchia Grande. Photo: Sara Panizzon

LA RISERVA NATURALE E MARINA DI TORRE GUACETO

La Riserva naturale statale Torre Guaceto è un’area naturale protetta situata sulla costa adriatica dell’alto Salento. La sua storia inizia nel 1970 quando il WWF prese a cuore il territorio e la sua salvaguardia riuscendo il 18 maggio 1981 a farlo dichiarare dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, zona umida di interesse internazionale. Inoltre, nel 1987 il WWF Italia, su incarico del Ministero della marina mercantile, realizzò il piano di fattibilità per l’istituzione di una riserva marina che diventò realtà il 4 dicembre 1991.

Torre Guaceto è rinomata non solo per la bellezza delle sue spiagge, premiate con le Bandiere Blu, e per i programmi di valorizzazione del territorio promossi dal suo ente gestore il Consorzio costituito dai Comuni di Brindisi e Carovigno e dall’Associazione Italiana per il WWF for Nature Onlus, ma anche per il centro di Recupero Tartarughe Marine inaugurato il 29 maggio 2016.

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La spiaggia della Riserva di Torre Guaceto. Photo: Sara Panizzon

Situato a Punta Penna Grossa, il Centro è stato dedicato a Luigi Cantoro, storico attivista brindisino del WWF, scomparso prematuramente nel 2011, che ha votato la sua vita alla difesa di Torre Guaceto. Il Centro si pone come principale obiettivo la tutela e la conservazione delle tartarughe attraverso il soccorso, la cura e la riabilitazione degli esemplari rinvenuti in difficoltà come racconta Andrea Motolese che si occupa di questi meravigliosi animali: “Lavoro a Torre Guaceto dalla nascita della riserva. Ho fatto il servizio civile e poi ho trasformato la mia passione in lavoro- spiega- Le tartarughe che arrivano nel nostro centro di recupero sono della specie Caretta Caretta, molto diffusa nel Mediterraneo. Vivono sempre in mare, ma da giugno a settembre le femmine escono per deporre le uova. Le tartarughe che accogliamo nel nostro centro sono state recuperate o per ipotermia o perché ferite da ami e lenze da pesca. Essendo rettili, infatti, le tartarughe non riescono a regolare la temperatura corporea e con i mutamenti del clima subiscono questi shock termici che le portano a spiaggiarsi”.

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Una tartaruga del Centro di recupero di Torre Guaceto. Photo: Sara Panizzon

Andrea Motolese spiega: “Quando le troviamo ferite dagli ami da pesca, invece, le operiamo immediatamente e per favorire una maggiore consapevolezza sulle loro abitudini collaboriamo con i pescatori per sensibilizzarli ad una pesca più sostenibile”. Il responsabile del centro di recupero conclude: “La soddisfazione più grande per me è stare a contatto con questi animali e riportarli in mare. Ognuno è diverso dall’altro per carattere e sensibilità e il consiglio, se ne vedete uno spiaggiato o che galleggia in mare, è di contattare subito la Capitaneria di porto per salvarlo”.

DOVE SOGGIORNARE A CAROVIGNO

Dai B&B a gestione familiare, fino ai grandi villaggi turistici, inclusi Boutique Hotel, Relais e Agriturismi, per un totale di circa 5000 posti letto. L’offerta ricettiva di Carovigno soddisfa ogni tipo di visitatore come spiega Enzo di Roma, Presidente del Consorzio Albergatori di Carovigno.
“Dopo due anni difficili per tutto il modo del turismo organizzato – afferma– si è reso necessario andare ad incuriosire e invogliare in modo deciso il consumatore finale, cercando di attivare un processo di creazione della domanda turistica, piuttosto che di sola promozione territoriale”.

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L’esterno di Masseria Carrone. Photo: Sara Panizzon

Il Consorzio Albergatori Carovigno, infatti, è nato nel marzo 2019 con l’intento di valorizzare, diffondere e promuovere in Italia e all’estero l’immagine Turistica del Territorio Puglia Centrale e, nello specifico, dell’agro di Carovigno. “Il consorzio è composto anche da tour operator, bus operator e società di servizi al fine di poter presentare al mercato quasi per intero l’offerta turistica locale in modo coordinato e con la possibilità di gestire qualsiasi richiesta e poter proporre il territorio in tutte le sue peculiarità- prosegue Enzo Di Roma-. L’obiettivo è riuscire a destagionalizzare l’offerta turistica promuovendo una tipologia di visita slow in grado di attirare non solo il turismo estero, ma anche gli italiani che desiderano riscoprire il loro Paese”.

Masseria Carrone

L’ azienda agrituristica Masseria Carrone prende il nome dalla contrada in cui è situata vicino a Carovigno. È circondata da circa 40 ettari di pascoli e ulivi secolari e sorge su un’antica masseria risalente alla seconda metà del ‘600. L’edificio principale ospita il ristorante e le camere curate in ogni dettaglio da Maria Greco e le sue tre figlie Wanda, Carlotta e Camilla Andrea. La masseria, infatti, è a conduzione famigliare e oltre alla struttura ricettiva, è dotata di una fattoria didattica per far apprendere ai visitatori l’allevamento dei cavalli murgesi e delle mucche podoliche, la cui carne pregiata viene cotta al momento su brace di legno d’ulivo per esaltarne i profumi.

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Laboratorio esperienziale in Masseria Carrone. Photo: Sara Panizzon

Il ristorante della masseria, infatti, è il regno della signora Maria Greco che ama definirsi una “Agri-chef” deliziando i suoi ospiti con piatti tipici della tradizione pugliese come la “Cuppitedda”, ovvero un insieme di vari pezzi di carne, provenienti dagli allevamenti di Podoliche cotti nelle pignatte di terracotta. Tutto preparato con ingredienti esclusivamente biologici che esaltano il sapore genuino delle ricette. Oltre a questi si possono gustare altri antipasti come le braciole di vitello podolico, gli involtini di trippa d’agnello, la fonduta ottenuta con i tipi di formaggi prodotti nella masseria, le orecchiette, gli strascinati con la ricotta forte per arrivare infine ai deliziosi dolci preparati con passione dalla figlia Wanda. Consigliati i buonissimi semifreddi alla frutta secca oltre che alla frutta di stagione.

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Mucche podoliche a Masseria Carrone. Photo: Sara Panizzon

ESPERIENZE DA FARE A CAROVIGNO

Masseria Correo

Un’antica masseria nel territorio di Carovigno dove conoscere non solo gli animali della fattoria, ma anche i segreti dell’allevamento e dell’arte casearia. Masseria Correo è il luogo ideale per le famiglie che desiderano trascorrere una giornata all’aria aperta e a contatto con la natura. Avviata nel 1961 da “nonno Ciccio”, oggi è una realtà consolidata guidata dalla terza generazione della famiglia: Maria Ferrante e suo fratello Francesco. “La nostra è un’azienda zootecnica estesa in circa 40 ettari- spiega Maria- alleviamo pecore, capre, mucche, cavalli, maiali. Partendo dall’allevamento abbiamo avviato poi anche la produzione di formaggi e di carne. L’azienda agricola è a filiera corta e chiusa in quanto nei nostri terreni coltiviamo anche il foraggio per i nostri animali”.

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La fattoria didattica di Masseria Correo. Photo: Sara Panizzon

Inoltre, da dieci anni, l’azienda Correo ha conseguito il riconoscimento di Masseria Didattica all’Albo Regionale. “Il mio sogno nel cassetto- prosegue Maria- era quello di diventare insegnante. Quando ho finito il liceo pedagogico, ero indecisa se proseguire gli studi e poi insegnare o se portare avanti l’azienda di famiglia. Creando la masseria didattica ho unito le mie passioni e ora accolgo le scolaresche. Lavoro sia con bambini dai 5 ai 7 anni, sia con gli istituti agrari e le famiglie che ci scelgono per trascorrere giornate alla scoperta degli animali, del loro allevamento e dei prodotti genuini che produciamo con il loro latte. La soddisfazione più grande è trasmettere la passione per il mio lavoro ai più piccoli e osservare il fascino dell’allevamento attraverso i loro occhi”. Nella masseria è possibile partecipare ad un laboratorio esperienziale per scoprire l’arte casearia e degustare formaggi, freschi e stagionati, prodotti con latte vaccino e caprino.

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I formaggi di Masseria Correo. Photo: Sara Panizzon

Tenute Rubino

Visitare le Tenute Rubino e la cantina vinicola significa immergersi in una storia di famiglia, riscoperta e amore per la propria terra. A dare una precisa vocazione all’azienda, infatti, è il recupero di uno dei vitigni autoctoni più antichi del Salento, il Susumaniello. Grazie alla visione imprenditoriale di Luigi Rubino, in grado di coniugare tradizioni di famiglia e modernità, questo vitigno pugliese a bacca nera è stato salvato dall’abbandono.

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I vigneti di Tenute Rubino. Photo: Sara Panizzon

Il nome Susumaniello si deve alla caratteristica produzione iniziale, così generosa da caricare come un somaro la pianta con il peso dei grappoli. Tuttavia, con il susseguirsi delle vendemmie, la produttività inizia a calare. Se questa caratteristica sul finire del secolo scorso comportò il progressivo abbandono della coltivazione del vitigno, oggi per le Tenute Rubino è sinonimo di qualità.

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Luigi Rubino, infatti, ha scelto di mettere il Susumaniello al centro della sua visione produttiva avviando nella tenuta di Jaddico un progetto di recupero in un single vineyard di 13 ettari complessivi su 110 vitati. Una scelta vincente perché proprio quando la produttività inizia a diminuire, il Susumaniello rivela le sue qualità dando vita a uve che si trasformano in vini di struttura. Oggi Tenute Rubino utilizza il Susumaniello in purezza per realizzare lo spumante metodo classico Sumarè, il Torre Testa Rosato, l’Oltremè e l’Oltremè rosato. Quest’ultimo in particolare racconta la storia di Luigi Rubino e della moglie Romina, compagni di vita e lavoro. Oltremè nasce come simbolo di due individualità che creano qualcosa di più grande. Insieme. L’etichetta Oltremè, infatti, valorizza il concetto di cura verso chi ci sta a cuore. Per esaltarne le note va abbinato a salumi, formaggi, arrosti di carne e primi piatti come le orecchiette al pomodoro. Tutti i vini di Tenute Rubino si possono assaggiare sul lungomare di Brindisi nella vinoteca Numero Primo.

Torre Santa Sabina

Località balneare situata a poca distanza dal comune di Carovigno, Torre Santa Sabina alterna spiagge sabbiose ad affascinanti scogliere. Qui le rocce, plasmate dal mare e dai venti, custodiscono storie d’altri tempi illustrate con passione da Marina Roma, titolare del tour operator Tu In Puglia, che vi organizza passeggiate e trekking per scoprire non solo i reperti fossili e appartenenti all’epoca messapica, ma anche le piscine naturali.

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Torre Santa Sabina. Photo: Sara Panizzon

Addentrandosi nella macchia mediterranea, tra fiori di camomilla e piante di ginepro, il paesaggio sabbioso lascerà spazio alle rocce di quello che un tempo era un fondale marino. Un sito ricchissimo in fossili del plio-pleistocene che vi racconterà di un’epoca lontana per poi sorprendervi con anfratti naturali, come la grotta Azzurra, dove tuffarsi tra mille sfumature di blu.

DOVE MANGIARE A CAROVIGNO

Orecchiette fatte in casa, carne alla brace e specialità di pesce, ma anche verdure di stagione, latticini, formaggi, prodotti da forno e dolci tipici. In Puglia la tavola è un vero trionfo di sapori e gusti autentici. Abbandonatevi ai ritmi lenti della campagna, tra agri-musei e masserie didattiche, deliziando il palato con prodotti genuini conosciuti in tutto il mondo e garantiti da marchi di qualità e presìdi Slow Food.

I RISTORANTI

Ecco i ristoranti che consiglio di provare a Carovigno, Torre Canne e Torre Santa Sabina.
• Braceria Pomodoro: A Carovigno si può apprezzare la tradizione del “fornello”, ovvero la macelleria con un forno interno che di sera diventa un vero e proprio ristorante, facendo tappa nella Braceria Pomodoro in Corso Vittorio Emanuele, 103. La carne è la regina di questo locale, curato in ogni dettaglio, che propone non solo bombette e salsicce aromatizzate ma anche un’ottima tagliata di Mazury, carne di scottona Prussiana che arriva dalla Polonia settentrionale, davvero tenera e saporita.

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Cena nell’Osteria Già Sotto l’Arco. Photo: Sara Panizzon

• Osteria Già Sotto L’Arco -Ristorante Stellato: Uno storico palazzo barocco nel cuore di Carovigno. Una sala dall’eleganza raffinata e sobria, dove spiccano dettagli d’arte e un grazioso balcone dal quale ammirare il borgo. Un luogo che parla di Puglia e Mediterraneo attraverso l’ospitalità impeccabile del signor Teodosio, ma soprattutto grazie alla cucina di sua moglie, la chef Teresa Galeone, interprete della migliore tradizione gastronomica pugliese rivisitata in chiave contemporanea. Sedersi alla tavola de L’Osteria Già Sotto L’Arco, storico ristorante stellato, è un viaggio nel sapore e nel piacere. La chef, infatti, inserisce nel suo menù oltre ai dovuti richiami al territorio, anche un tocco creativo grazie a prodotti e combinazioni di natura mediterranea. Una filosofia espressa in piatti come la burrata in pasta kataifi, capocollo di Martina Franca, pomodoro secco e crema di pomodoro acerbo, oppure il risotto con peperone giallo, caciocavallo e lime, ma anche la guancia di vitello brasata al primitivo con purè di patate e spinaci che prepara il palato alla dolcezza finale con il cremoso al cioccolato e gianduia per concludere in bellezza quest’esperienza che appaga i sensi.

• La Baia. I Maestri del polpo alla brace. Nel porto di Torre Canne, frazione del comune di Fasano in provincia di Brindisi, si affaccia La Baia, un chiosco che da più di cinquant’anni prepara un succulento panino con il polpo. A prepararlo c’è Giulio, che collabora con il proprietario Marco da più di vent’anni, ed è il custode della ricetta di famiglia che ha reso il panino con il polpo de La Baia uno dei più apprezzati dell’Alto Salento. Servito nel panino o su piatto, il polpo alla brace va cucinato con attenzione e servito dopo un rapido passaggio in un intingolo di olio, aceto, limone, prezzemolo e altre spezie super segrete. Da provare!

• Masseria Nzeta: situata poco distante dal borgo di Carovigno in questa masseria è possibile gustare i piatti tipici della cucina pugliese e pizze cotte nel forno a legna. Inoltre, c’è anche la possibilità di soggiornare in tre camere matrimoniali e una camera tripla con la formula b&b.

• Miramare da Michele: Il pescato fresco è il piatto principe di questo ristorante affacciato sul lungomare di Torre Santa Sabina. Michele, insieme alla moglie e allo staff, con cortesia vi prepareranno deliziosi antipasti di pesce crudo, piatti di pasta fresca fatta in casa con vari sughi di mare e grigliate di pesce abbinati a vini locali come il ‘Calafuria’, Tormaresca – Antinori, rosato fresco e floreale a base di Negroamaro.

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