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Ikebana: l’arte delle composizioni floreali giapponesi

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Consigli e curiosità sulla tradizionale arte giapponese di disporre i fiori recisi per creare composizioni artistiche

Una disciplina antica, che attraverso gesti precisi e una profonda conoscenza della natura, permette di creare meravigliose composizioni floreali. L’ikebana è una parola composta da Ike (da Ikeru) che significa vivere, dare la vita, e Bana (da hana) fiore.

COS’È L’IKEBANA

È l’arte tradizionale giapponese di disporre i fiori recisi e altri materiali in composizioni semplici ed esteticamente bellissime. Una vera e propria disciplina insegnata da maestri che hanno fatto dell’armonia cromatica e compositiva uno stile artistico conosciuto in tutto il mondo.
La pratica dell’Ikebana si unisce all’osservazione costante della natura e dei suoi ritmi che devono sempre essere rispettati nella disposizione dei fiori. Il risultato è un equilibrio di forme e colori dove lo spazio vuoto diventa essenziale per definire la composizione floreale.
Ho scoperto quest’arte e le sue tecniche partecipando al workshop, realizzato a Schio in provincia di Vicenza, dalle maestre della Scuola Ohara di Tokyo Chapter di Venezia che ne hanno spiegato anche l’affascinante storia.

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Workshop sull’Ikabana con i maestri della Scuola Ohara di Tokyo Chapter Venezia. Photo TripOrTrek

LA STORIA

La storia dell’Ikebana è molto antica. Nasce in Cina nel periodo della dinastia Tang che allora dominava tutto il mondo orientale. Si diffuse in Giappone grazie agli ambasciatori che, all’inizio del VI secolo, introdussero nel loro paese, insieme al buddismo, l’usanza di offrire fiori alle divinità disponendoli secondo un sistema ternario che formava, quasi sempre, un triangolo.
In origine l’arte dei fiori era praticata solamente da nobili e monaci buddhisti, le classi elevate del Giappone. Solo molto più tardi si diffuse in tutti i ceti, diventando popolare con il nome di Ikebana.

A partire dalla metà del XV secolo, con la creazione dei primi stili classici, l’ikebana non ebbe più solo un significato religioso ma diventò un’arte indipendente strettamente legata a significati simbolici e filosofici. Alla base di questo vi è il profondo rapporto tra uomo e natura. Un modo sempre nuovo e mutevole di concepire i fiori e l’arte di comporli.
Le forme più complesse e perfette di composizione si sviluppano nel periodo Muromachi (1390 – 1573). Epoca in cui nacquero anche la “Cerimonia del tè”, il “Teatro No” e “l’Arte dei giardini”.

GLI STILI

Il primo stile creato, piuttosto elaborato, fu il Rikka che nella composizione comprendeva la presenza di sette elementi: i tre rami principali e i quattro secondari. Contemporaneamente a queste forme, praticate dai monaci e dall’aristocrazia, nacque il “Chabana”, composizione semplice ed essenziale creata dai Maestri Zen per la stanza della Cerimonia del tè. Seguì il “Nageire”, composizione più libera, collocata in qualsiasi contenitore e realizzata anche da persone comuni.

Il successivo periodo Edo (1600 – 1867) vide nascere molte scuole di Ikebana (Ikenobo, Koryu, Enshu), ognuna delle quali si distingue per la differente interpretazione delle composizioni esistenti. Solo alla fine del XVII secolo l’arte di disporre i fiori prese il nome di Ikebana diffondendosi fra tutti i ceti sociali. In particolare cominciò ad essere praticata dalle donne, diventando un attributo della donna colta, insieme alla Cerimonia del tè ed alla poesia.
All’inizio del periodo Meiji (1868 – 1912) l’apertura alla cultura americana ed europea, con l’introduzione di fiori occidentali, caratterizzati da corolle più pesanti e colori più vivaci, portò alla nascita dell’Ikebana moderno con la creazione del “Moribana” (fiori ammassati) da parte di Unshin Ohara, che nel 1897 espose per la prima volta questo tipo di composizione in una mostra intitolata “Thirty weeks at Moribana” all’Osaka Art Club. Lì nacque la Scuola Ohara.

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Ikebana_strumenti_composizione_floreale_TripOrTrek

LA SCUOLA OHARA DI TOKYO

Unshin Ohara era uno scultore, ceramista e studioso di Ikebana nella Scuola Ikenobo. Al fine di utilizzare i nuovi fiori provenienti dall’estero, disegnò dei contenitori larghi e bassi, ispirandosi agli antichi vasi per bonsai, ed introdusse l’utilizzo di vari supporti metallici quali kenzan e shippo. Lo stile “Moribana” venne adottato rapidamente da tutte le scuole e ne scaturì il “Moribana Paesaggio”. La forma compositiva forse più bella della Scuola Ohara cui appartengono circa 90 modelli di composizioni di paesaggi tradizionali suddivisi nelle quattro stagioni.
Esso deve obbedire a tre norme di coerenza:

  • stagione
  • luogo
  • stile

I MATERIALI

Tutti gli elementi utilizzati nella costruzione dell’ikebana devono essere di natura organica: rami, foglie, erbe, fiori. Nelle composizioni dell’ikebana rami e fiori sono disposti secondo un sistema ternario, quasi sempre a formare un triangolo.
Il ramo più lungo, più importante, è considerato qualche cosa che si avvicina al cielo. Il ramo più corto rappresenta la terra e il ramo intermedio l’uomo. Così come queste tre forze si devono armonizzare per formare l’universo, anche i fiori e i rami si devono equilibrare nello spazio senza alcuno sforzo apparente. Non si utilizzano solo fiori, ma anche frutti, rami, pietre, muschio, verdure, foglie secche e radici. Nell’Ikebana moderno e contemporaneo si possono usare anche metalli e materie plastiche.

LA COMPOSIZIONE FLOREALE

Le prime forme compositive, integrate al rituale buddhista, seguono una disposizione che deriva dalla “triade” in cui c’è il Buddha centrale ed ai due lati due figure più piccole. Successivamente verranno inseriti dei rami obliqui, con cui esprimere il fluire della vita.
Nelle successive composizioni il ramo più lungo, più importante, è considerato qualcosa che si avvicina al cielo, il ramo più corto rappresenta la terra e il ramo intermedio l’uomo. Nasce così l’immagine dell’uomo mediatore tra cielo e terra.

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CARATTERISTICHE DELLE COMPOSIZIONI IKEBANA

È importante creare un senso di armonia tra i materiali, il vaso e la loro collocazione in esso, in quanto queste sono caratteristiche fondamentali dell’estetica giapponese.
Una composizione di ikebana può essere formata da un solo fiore o da diversi tipi di materiale quello che è importante e che è comune a tutte le scuole di ikebana è che la scelta di ogni singolo ramo, foglia, fiore, richiede un’accurata ricerca che si rifà alla nostra ispirazione e alla visione di quello che vogliamo rappresentare.

Una composizione di ikebana richiede l’apprendimento di numerose tecniche che serviranno all’allievo. L’ikebana, infatti, è un’arte creativa e la tecnica è messa al servizio della nostra fantasia. Per ottenere tutto questo è inoltre necessario creare un momento di silenzio interiore perché sarà l’inizio di un rito, di un rapporto individuale con ciascun elemento vegetale, per dargli la giusta collocazione in un insieme armonioso.

Oggi, l’Ikebana è un’espressione artistica che ha saputo adeguarsi alle esigenze figurative del nostro tempo. Un’arte inserita nelle nostre case divenuta parte integrante della nostra quotidianità. Un momento che doniamo a noi stessi per riflettere sulla natura e i suoi cambiamenti, realizzando con le nostre mani, spazi armonici dove il vuoto è un elemento essenziale per mettere in risalto la pienezza della vita.

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